lunedì 14 febbraio 2011

LA CASTA MUSICALE #2: LA RISPOSTA DEL PUBBLICO

1. Intro

In un impeto di profonda rabbia e frustrazione riguardante gli svariati malesseri che affliggono la musica (e non solo) nel nostro Paese, esattamente un mese fa mi misi a scrivere una lettera intitolata 'La casta musicale'. Lettera che prendeva di mira cantanti, politici, radio, tv e quant'altro.

In questo mese tale scritto è stato pubblicato in più siti, blogs, giornali e forums. Ma è su Facebook che ha trovato la sua più ampia risonanza tramite un passaparola ed una condivisione che ha coinvolto centinaia di persone.

Tutto ciò mi fa moltissimo piacere ed è evidente che ci sia un bisogno molto forte di discutere certi argomenti. La mia è una lettera ingenua, sono il primo ad ammetterlo, ma è anche totalmente sincera e pone delle domande che forse molti hanno smesso di farsi. E’ il pensiero di una persona indignata che si chiede come mai certe cose abbiano assunto una determinata piega e NULLA possa essere fatto per cambiare.


2. Three of a perfect pair


Durante queste settimane ho passato molto tempo a leggere e rileggere le discussioni che la lettera ha scatenato. Ne sono venute fuori svariate tipologie di persona:

1. Quelli che si dicono d'accordo con quello che scrivo e sono ancora fiduciosi possano esserci margini di miglioramento
2. Quelli che si dicono d'accordo ma sanno PER CERTO che scritti come il mio non serviranno a niente perché tanto nulla cambierà
3. I più temibili di tutti: 'Gli Esperti'.

Salto i primi due perché c'è poco da dire, o sei ottimista o sei pessimista. Con un po’ di preoccupazione per i pessimisti/rassegnati in quanto temo che tale rassegnazione non riguardi solo gli argomenti da me trattati ma comprenda una visione più ampia della vita del tipo ‘nulla potrà mai mutare’. Atteggiamento, dal mio modesto punto di vista, assai controproducente. Anche perché, come ho già scritto, nulla è stato scolpito come legge su lastre di marmo e tutto può essere modificabile. Se così non fosse, saremo ancora fermi all’età della pietra.
Ma, del resto, ognuno fa e pensa un pò quello che vuole, ci mancherebbe.

Mi soffermo invece un attimo sulla tipologia 'L'Esperto', ovvero colui che, spesso senza esser parte in alcun modo del sistema radiofonico o televisivo, mi spiega per filo e per segno perché le cose stiano così e perché non possano cambiare. Tale personaggio si sente in dovere/diritto di avvertirmi che SA che le regole sono queste e se ci sto ok, altrimenti fatti miei. Si sente inoltre in dovere/diritto di segnalarmi il fatto che già è una fortuna che io abbia la mia nicchia e quindi non stia a rompere.


03. Gli intoccabili

Nella mia lettera ho scritto chiaramente che in un mondo utopico mi piacerebbe potermi misurare, a livello di costante promozione radio/tv, sullo stesso piano di (ad esempio) Elisa per capire se è vero o no che in fondo la popolarità e il successo di determinate canzoni e di un artista non vengano altro, per una larga percentuale di casi, che da un buon martellamento mediatico.

Beh, forse non dovevo dirlo perché ci sono state svariate critiche a tale mia utopica speranza. Molti si sono indignati che io scrivessi cose del genere consigliandomi (quasi ordinandomi) di accontentarmi di restare dove sono senza rompere gli attributi. E guai a toccare un rappresentante della casta! Sono troppo importanti per la nostra cultura (musicale e non).

Sinceramente non si capisce il motivo per il quale uno si debba ‘accontentare’; Credo che in ogni campo della vita una persona tenda a raggiungere sempre nuovi traguardi e quindi non vedo perché invece il musicista si debba accontentare perché E’ GIA’ TANTO quello che ha….E la cosa assurda è che ti viene come imposto a mo di predica e di lezione morale del tipo: ‘Tu hai fatto questo e questo? Ok, va bene, ora ti fermi qui e ti fai bastare ciò che hai. Il grosso lascialo a chi se lo merita veramente perché solo LORO fanno la musica che piace alla gente’.

Addirittura qualcun’altro mi ha detto di piantarla di lamentarmi perché in realtà in tv e radio c’è spazio per tutti, citandomi il programma della Dandini come esempio di ‘democrazia musicale’ e scrivendo che 'ci sono anche andati gli xxx’ (gruppo indie che non cito).
Beh, fino a prova contraria direi che questa è un’ eccezione, non certo la regola. La regola è che dobbiamo sorbirci al 99% dei casi Alessandra Amoroso e, forse, all'1% i restanti.

Perché? E, sopratutto, perché a qualcuno dei miei interlocutori da così fastidio che io dica cose del genere? Ho parlato di misurarmi sullo stesso piano di Elisa, mica di Dio.


4. Parla con me


E a proposito di ‘Parla con me’, il Banco Del Mutuo Soccorso ha recentemente avuto l’onore di essere invitato. Bene, perfetto! Uno dei gruppi più incredibili che il nostro paese possa vantare; 40 anni di carriera, inventivi, melodici, rock, sperimentali, progressivi, dotati di gusto e genialità. Dopo tipo 15 anni li abbiamo rivisti in tv. Meno male e grazie di cuore a Dandini & co. Ma non dovrebbero semplicemente invitarli, dovrebbero fare uno speciale in quattro puntate su di loro, non solo su Albano & vari altri cadaveri ammuffiti da secoli! Non lo volete fare in prima serata perché sennò la ‘massa’ si deprime e cambia canale? Va bene, fatelo in seconda serata, fatelo di notte ma fatelo! Fate vedere che c’è un’Italia che respira arte e che ha creato capolavori immortali, anche nel campo del pop/rock, non solo canzonette soleamorequantomimanchi!

Ma figuriamoci, per fare cose del genere servono apertura mentale, soldi, amicizie, magnamagna e uffici stampa. Tutte cose che o ti paghi o lasci perdere. E anche se paghi comunque non vai da nessuna parte lo stesso perché non paghi mai abbastanza e/o non hai mai amicizie abbastanza altolocate.

Ma torniamo al Banco, o meglio, al loro tastierista: Vittorio Nocenzi. Uno dei massimi geni l'Italia moderna abbia avuto. Un pianista straordinario, un compositore raffinato e mai sopra le righe, un filosofo, una persona che ogni parola dica è pura saggezza, degno di entrare nell'olimpo dei grandi. Risultato? Mai considerato. E chi ci dobbiamo sorbire invece (perché volenti o nolenti ce lo sorbiamo eccome cari miei sostenitori del 'Se ti piacciono le buone cose vattele a cercare e spegni radio e tv'): Allevi!

E in Radio? Senti mai il Banco in radio? Mai! E il Liga? Sempre! Come mai? Boh….si vede che il Liga parla il ‘linguaggio dei giovani’ (scusate, mi viene da ridere solo a pensarlo).

Spero si capisca che tutto questo riguarda solo in parte il mio essere musicista; tutto questo riguarda soprattutto l’ascoltatore che c’è in ognuno di noi, nonché l’apertura mentale che dovrebbe esserci in una giusta società. E è il problema è non di avercela con Ligabue, il problema è il fatto che si sentono SOLO cose del genere o le solite menate nazionalpopolari. Il problema è che poi la gente, il grosso pubblico, pensa che esista SOLO quella musica, mentre non è così! C’è un fermento underground creativo in Italia, che non ha nulla da invidiare a UK, USA e a tanti altri paesi, che va assolutamente valorizzato!
Quanto sarebbe positivo (ed educativo) per tutti potere vedere/ascoltare ANCHE altre cose, sentire che la cultura è forte, viva e rigogliosa. Sentire musica DIVERSIFICATA, anche quando siamo al supermercato, anche al sabato sera in tv. Senza che nessuno si stupisca.

Mi chiedo poi realmente con tutto il cuore come mai qualcuno ci terrebbero così tanto che io e tanti come me (compreso il pluricitato Nocenzi, 40 e passa anni di carriera) si rimanesse nella nostra nicchia…La nicchia c'è e ci sta bene, non preoccupatevi, ma non è quella la questione. La questione è che siamo arrivati ad un punto di rottura, e lo dimostrano le centinaia di commenti positivi alla mia lettera, i dibattiti e il passaparola continuo da parte di persone che non ce la fanno più a sentire sempre e solo le stesse cose. E sarebbe ora che chi sta ‘ai piani alti’ se ne accorgesse. Anche perché, fosse anche solo un discorso di soldi, sono sicuro che, se promosso degnamente, un disco del Banco venderebbe quanto, se non più, di qualunque ridicolaggine esca da ‘Amici’. Perché il Banco ha schiere di fans devoti in tutto il mondo che amano ancora comprare i dischi (si, i dischi! proprio quelli veri, magari anche in vinile!), persone che comprendono il fatto che la buona musica favorisce un ‘corretto sviluppo della mente (e dell’anima)’.


5. Domande & conclusioni


Cambierà mai qualcosa? Al momento non è dato saperlo ma forse il cambiamento a breve termine è la cosa che meno conta. Ciò che è importante ora è piuttosto il fatto di potere pian piano riflettere su cose delle quali nessuno mai parla. Tra le quali:

- Perché è così complicato settare i propri cervelli al cambiamento?

- Chi diavolo ha deciso che una canzone per andare in radio deve durare tre minuti e il ritornello deve entrare dopo trenta secondi? Perché, se metto un pezzo da sei minuti qualcuno si suicida?

- Perché nessuno parla della mafia che c'è nella musica (e in altre arti) mentre tutti si scandalizzano per ogni tipo di ingiustizia?

- Perché voi 'Esperti', che magari poi siete tra quelli che vanno in piazza a manifestare contro i cattivi politici, GIUSTIFICATE tali mafie e storture? Qualcuno vi paga? Godete, forti della vostra 'fortuna di non dovere vivere di musica', nel vedere tale scempio?

- Siete dei fan ultra-sfegatati dei musicisti da me citati nella lettera e non li vorrete vedere mai scendere dal trono? Siete come i presentatori che fanno programmi con Saviano piangendo lacrime di coccodrillo per le ingiustizie camorristiche e poi invitano solo cantanti facenti parte della casta?

- Siete ARCISICURI che quelli della casta sono arrivati lassù per meriti artistici mentre con altrettanta certezza pensate che gli altri siano quaggiù perché sfigati (in tutti sensi)?

Mentre ci pensate dico un'ultima cosa: Se i riferimenti della scorsa lettera hanno dato fastidio a qualche sincero sostenitore di un certo schieramento politico me ne dolgo. Una cosa sono gli elettori (che sono speso in buona fede), una cosa è il politico in se.
Ciò non toglie che io abbia le mie idee, che in quel momento sia stato parecchio incazzato con quello che era venuto fuori (soliti scandali), che abbia il diritto di dirlo e, se è il caso, di fare 'di tutta l'erba un fascio', visto che in Italia ci stiamo dimenticando del nostro panorama artistico, troppo impegnati a seguire i gossip del momento.

Grazie e alla prossima
Fabio Zuffanti
spirals@zuffantiprojects.com


La pagina Facebook de La Casta Musicale

lunedì 7 febbraio 2011

LA CASTA MUSICALE

L'altro giorno ero al supermercato e tra zucchine, caffè e cioccolata sento in sottofondo della musica. Musica proveniente da una radio. Bene, sono stato mezz''ora in tal luogo e in mezz''ora ho fatto in tempo a sentire tre canzoni di Elisa. Cosa c''è di strano? qualcuno si chiederà. Nulla, assolutamente, se non il fatto che non si stava ascoltando un cd completo di Elisa bensì la radio. E in tal radio (o diverse radio, forse hanno fatto in tempo a cambiare stazione) Elisa merita non una, bensì tre canzoni nell''arco di trenta minuti.

Faccio poi spesso un esperimento; guidando provo ad accendere la radio. Che succede? Succede che in qualunque giorno e ora mi sintonizzi se faccio un giro tra i canali trovo INEVITABILMENTE:

Un pezzo di Ligabue
Un pezzo di Vasco
Un pezzo di Ramazzoti
Un pezzo di Jovanotti
Un pezzo di Zucchero
Un pezzo di Laura Pausini

+ a ruota pezzi dei vari concorrenti di Amici e/o X-Factor.

I supermercati invece prediligono Elisa, come detto, visto che cose analoghe a quanto sopra descritto mi sono capitate diverse volte, anche in vari centri commerciali.

I soliti benpensanti continueranno a ripetere ''E allora? Quelli citati sono gli artisti musicali più famosi in Italia e meritano uno spazio particolare all''interno della programmazione radiofonica!'' Giusto! Ma è giusto che tempo e promozione vadano SOLO a beneficio di questi? E'' giusto che se io voglio ascoltare la radio debba ritrovare SOLO canzoni sentite e strasentite di questi signori?
E infine, è giusto che i ''direttori artistici'' (lo metto tra virgolette perché di artistico in radio non c''è molto) delle più importanti stazioni in Italia IMPONGANO solo musica dei suddetti signori? Non vi sembra un ciccinino fascista?

Perché parliamoci chiaro, io sono un appassionato di musica a livello maniacale, leggo riviste, cerco su internet, mi informo. E quando mi piace qualcosa la compro e faccio di tutto per scoprire cose nuove e territori musicalmente inesplorati. Ma nella persona ''normale''? Colui che magari prende la macchina ogni giorno per andare al lavoro e accende la radio oppure è in altre faccende affaccendato e mette la musica in sottofondo. Cosa provoca il fatto di sorbirsi un panorama così ristretto musicalmente e culturalmente? Null''altro che l''appiattimento, la non curiosità, il
livellamento verso il basso della sua cultura e curiosità personale.

C'è poi un altro discorso; chi come me fa musica da anni si vede puntualmente negato uno spazio, radiofonico e televisivo, perché fa musica ''non radiofonica, non televisiva''. Anche qui: qualcuno mi spiegherebbe con parole semplici ma convincenti chi ha deciso cosa è radiofonico e cosa è televisivo? Perché TUTTI danno per scontate queste ''regole'' come se le avesse scritte il Padre Eterno su lastre di pietra e nessuno fa nulla per cambiare?

Io faccio musica da 15 anni, i miei dischi sono (per forza di cose) di nicchia ma nella loro nicchia vendono, ho fatto concerti in tutto il mondo e (soprav)vivo facendo musica. Perché a me deve essere negato il piacere di fare conoscere il mio lavoro nel paese nel quale sono nato e vivo? Perché non è radiofonica? Perché non è televisiva? Si ma in base a cosa????
Qualcuno me lo può spiegare?
No! nessuno ha la spiegazione. E'' così. Punto!

Tutto questo mi ricorda tanto il periodo politico che l''Italia vive da 17 anni a questa parte. Personaggi che sono inchiodati alle poltrone e che non se ne vanno nemmeno a cannonate. Con la musica è lo stesso. I Vasco, gli Eros, sono lo specchio musicale dei nostri politici. Vecchi, senza senso, noiosi ma sempre al top, sempre nelle orecchie di tutti grazie ai soldoni che le loro case discografiche sborsano per farli passare costantemente in radio e tv e fargli guadagnare barcate di soldi di SIAE. Però se si parla di musica nessuno si sconvolge che le cose stiano così. Anzi, sembra un sacrilegio parlar male di questi ''mostri sacri''. Ma in realtà chi sono? Cosa hanno fatto di così importante? Elisa sta cambiando la storia della musica italiana? No, è solo un''artista che fa musica piacevole. Ma anche io faccio musica piacevole. Perché allora non posso avere la possibilità di misurarmi sullo stesso piano di Elisa? Poi se vince lei perché è una bella ragazza e le sue canzoni sono più orecchiabili ok, ma almeno avremo avuto modo di lottare sullo stesso ring per difendere le nostre creazioni. Invece abbiamo lei, e quelli come lei, da soli in una reggia intoccabile e noialtri poveri scemi nel ghetto. A vita!

Questo anche perché le case discografiche con le quali incido i miei dischi non ci provano nemmeno più a fare promozione in Italia. E ti credo! Tanto si sa che le strade sono sbarrate. E lo sono, senza possibilità di appello. E quanti giovani e non giovani in Italia meriterebbero spazio; I Giardini Di Mirò, il Teatro degli orrori, Alessandro Grazian, I Mariposa e tantissimi altri. Quanta gente che si sbatte, quante etichette. Un sacco di cose culturalmente di alto livello e che all''estero ci invidiano buttate nel cesso. Perché niente deve cambiare. Nulla! Ci devono essere solo loro, la casta musicale.

Racconto un''altro aneddoto: Settimane fa guardavo in tv Anna Tatangelo alla quale, durante un''intervista con Daria Bignardi, veniva chiesto cosa pensava di Elio ad X-Factor. Lei rispondeva che era simpatico ma che lui e i suoi ragazzi in gara volevano fare troppo gli strani, specialmente Nevruz che aveva avuto l''ardire di presentare un pezzo degli Area in prima serata.
Tatangelo diceva che il pubblico serale della tv NON VUOLE certe cose e che Elio & co. si dovevano ricordare del target di pubblico che li guardava e proporre pezzi meno impegnativi.

Certo cara Anna! Facciamo fare loro sempre le solite quattro canzoni trite e ritrite così tu sei tranquilla!

Io ho una teoria: Tatangelo nel momento in cui Nevruz ha fatto gli Area era colta dal terrore. In primis perché gli Area non sa manco chi siano e poi perché si è domandata nel panico: ''Cosa succederebbe se la gente che guarda, il famoso pubblico televisivo al quale più di tanto non si può dare, perché ''non capisce'', improvvisamente capisse? Improvvisamente volesse altri pezzi degli Area? Improvvisamente dimostrasse di non essere così ignorante come me
e quelli come me credono e fanno di tutto per far credere?''

Lascio questa domanda di Anna in sospeso e dico solo due ultime cose per finalizzare il mio discorso.

1. La gente, il pubblico, la massa, non è così scema. Se pensiamo che tutti siano scemi allora sarebbe come dire che l''Italia è al 100% con Berlusconi. Ma così non è, se Dio vuole. C''è una parte di Italia che capisce, che sa cos''è la cultura, che ama il cinema, il teatro, la letteratura e capirebbe anche la musica se qualcuno avesse l''accortezza di fargliela ascoltare anche in radio e in tv. E ascoltare musica artisticamente di valore non solo fa bene alle orecchie e al cuore ma fa crescere il senso critico, fa intravedere cos''è l''arte. In poche parole ci eleva e ci fa fare delle scelte.
Scelte che gente come Tatangelo e Berlusconi preferisce non avvengano perché sennò loro sarebbero i primi ad andare alla gogna.

2. Lasciamo pure i Vaschi e Ligabue dove sono, ci mancherebbe. Ma invece di dar loro il 100% dello spazio diamogliene il 60 e per il resto proviamo a fare ascoltare dell''altro alla gente. Musicisti come me potrebbero fare
conoscere il loro lavoro, sarebbe più equo e giusto, ci sarebbe più democrazia.

Non stupiamoci per le ineguaglianze che ci sono nel mondo se poi non vogliamo altro che ascoltare la solita pappa pronta.

giovedì 19 marzo 2009

Anima Latina


Lucio Battisti
Anima Latina (Numero Uno, 1974)
(n.b. questa recensione appare sul numero di fabbraio delle fanzine contrAppunti del CSPI)

Spesso si è portati a pensare al Lucio Battisti 'progressivo' come a quello di 'Amore e non amore' (1970, vi suona la PFM meno Pagani). Nulla di più sbagliato. 'Amore e non amore' è solo il primo passo del cammino di Lucio in direzione progressiva. Un cammino che continuerà coi successivi capolavori 'Umanamente uomo: il sogno' (1971), 'Il mio canto libero' (1972), 'Il nostro caro angelo' (1973) e che culminerà nell'album del 1974, 'Anima latina', il miglior disco di Battisti nonché uno dei più alti esempi di musica progressiva, non solo italiana.

Da un certo punto di vista, alla luce degli album precedenti, il percorso che portò Battisti a concepire un' opera del genere è abbastanza comprensibile. I semi progressivi sparsi qua e là erano ben visibili nei quattro album che lo anticiparono. Quello che non si riesce a capire è come ad un certo punto la sua fervida mente abbia potuto prendere il volo, fare un balzo così enorme in avanti e concepire un disco come questo, anni luce nel futuro, per il quale forse il tempo giusto deve ancor'oggi venire tanto è originale ed unico.

La prima scelta particolare di Battisti è quanto mai coraggiosa: affossare in fase di mixaggio la voce tanto da farla sembrare immersa in un mare gelatinoso ove a stento riesce ad emergere. E se si pensa a quanta importanza negli anni precedenti ebbe la sua voce, pensare ad un disco dove questa c'è ma non c'è fa meritare una statua al fautore di questa idea solo per il coraggio (Pensate ad un cantautore che ai nostri tempi va per la maggiore, chessò, un Tiziano Ferro, che mette in atto una scelta del genere...immaginate lo scandalo e il suicidio commericiale?)
Poi la musica: L'iniziale 'Abbracciala, abbracciali, abbracciati' è un caleidoscopio di quasi 8 minuti ove annegare, persi tra magnifiche tastiere e fiati in gran spolvero che introducono e accompagno la voce (o ciò che ne resta) abbandonandola poi in una brillante cavalcata. Verso la fine del pezzo una magnifica apertura a tempo dimezzato lascia spazio alla ripresa del tema iniziale e ad una coda iridescente e che introduce 'Due mondi', forse il pezzo più vicino ai dischi precedenti. Una semplice canzone quindi? Macchè! Moog distorto, ancora fiati, percussioni latine ma mai così progressive e un grandioso arrangiamento di chitarre acustiche e mandolini. Battisti qui duetta con Mara Cubeddu (Daniel santacruz ensemble) che canta quasi al limite della stonatura ma in una maniera così particolare da lasciare ammaliati.
Con 'Anonimo' ritorna la calma, il moog apre scenari che troveranno fortuna in certa italo disco della seconda metà degli anni 70. Ma qui non c'è disco (quella verrà con il disco successivo di Lucio, 'La batteria, il contrabasso, etc..'), qui, dopo la parte vocale, c'è un flauto da brividi su un arioso e geniale ritmo dispari (e che dispari! provate a contarlo); poi stacchi, parti acustiche, una strofa un pò allucinata mentre il flauto continua a genialmente a dipingere, il ritmo si fa più sostenuto e il tutto culmina in una ripresa 'bandistica' del tema principale de 'I giardini di marzo'. Un pezzo che da solo vale tutto il disco.
Senza pause ecco poi 'Gli uomini celesti' e la ripresa della stessa. Dolcemente acustica ed elettronica la prima parte, scalmanata la seconda, con una frase solo vocale destinata a stamparsi irrimediabilmente nella memoria.
Come un album concept ecco infine anche la ripresa di 'Due mondi' con piano e voce a concludere degnamente la prima parte dell'album.
Nella seconda facciata il clima è ancora più avanguardistico e surreale e 'Anima latina' (il pezzo) non fa che confermare questa impressione. Dopo una prima sezione vicina a certo jazz-rock comincia il canto...Povero Mogol, quanto deve avere sofferto sentendo le sue parole scritte col sangue gettate ad annegare nella musica senza che se ne capisca il significato...La cosa pazzesca è che il tutto funziona alla grande e ciò che si sente è proprio quello che si deve sentire, ne più ne meno!
(Nota a margine: Con tutto il rispetto pensare che questi suoni siano stati partoriti lo stesso anno di un 'Biglietto per l'inferno', tanto per fare un esempio ci fa chiedere se Battisti avesse il calendario aperto al 1974 o al 2024).
Con 'Il salame' siamo addirittura dalle parti della Tonto's Expanding Head Band (che influenzerà non poco anche il 'M.lle le gladiateur' Battiatesco del 1975). Momenti sospesi, nastri al contrario e il bellissimo flauto a ricamare. Il tutto sfocia nell'ironica parte finale che introduce 'La nuova America' dove i fiati rifanno la loro comparsa su una pletora di chitarre acustiche, tra bellissimi stacchi e cori .
Con l'incipit de 'La macchina del tempo' si assiste ad un momento musicale irripetibile. Quel breve riff di tastiera iniziale è a mio avviso qualcosa di geniale e indimenticabile. Qui la voce, oltre che sommersa, è pure effettata e il clima è sempre più allucinato. Moog, sospensioni, stacchi, aperture, distorsioni, atonalità, pause acustiche, parti percussive. Poi al culmine di tutto questo, sul più bello, la canzone termina...Solo questo pezzo si mangia il mondo musicale degli ultimi 40 anni. Qui c'è tutto e il contrario di tutto. Immenso.
'Separazione naturale' è infine un breve frammento per moog e voce che non risolve e non conclude nulla ma che lascia un grande interrogativo: da quale paradosso spaziotemporale è potuta uscire questa musica ?

Ci sono opere che si ascoltano con il cuore, altre che si ascoltano con la mente, altre ancora che si ascoltano con il cuore e con la mente. 'Anima latina' si VIVE con tutto il corpo e con tutti i sensi in maniera totalmente coinvolgente e avvolgente.
Lunga vita a questo album quindi, forse il più innovativo di tutta la musica italiana. Ed eterna gratitudine a Lucio Battisti, colui che più di tutti ha osato!

mercoledì 31 ottobre 2007

è tornato ultravoid!



ultravoid: il sito nel sito di tommaso labranca è tornato.

ma cos'è ultravoid? entrate e scopritelo

martedì 16 ottobre 2007

WU MING - manituana soundtrack



una suite di tre pezzi da me composti o rielaborati per l'occasione è parte dell' operazione 'manituana - suoni', voluta dal collettivo di scrittori wu ming per commentare a livello sonoro il loro ultimo lavoro intitolato appunto 'manituana' (einaudi).i pezzi da me composti sono stati ispirati dal terzo capitolo del libro intitolato 'cuore freddo freddo'.


al progetto partecipano inoltre subsonica, modena city ramblers ed altri.trovate il tutto liberamente scaricabile nella sezione manituana-suoni del sitodel libro o sul mio myspace

giovedì 2 agosto 2007

se dio vuole...



colgo l'occasione per augurarvi buone vacanze e segnalarvi, per le vostre letture sotto l'ombrellone, il bel volumetto di michele coralli 'swingin' canterbury' pubblicato dalla benemerita tuttle edizioni (blow up) e dedicato alla gloriosa scuola progressiva nata e sviluppatasi nella bella cittadina inglese. un libro ben fatto, di piacevole e appassionante lettura, scritto con maestria e cognizione di causa (ovvero conoscendo molto bene l'argomento trattato).

e colgo inoltre l'occasione per felicitarmi assai del fatto che sempre più stiano venendo a galla nomi nuovi del giornalismo musicale italiano, vedi il sopraccitato coralli, che finalmente affrontano l'argomento musicale senza paraocchi, con professionalità e bravura, grande apertura mentale e con la sottile 'missione' di fare capire al pubblico, specialmente quello più giovane, che il rock può essere anche cultura. che musiche come quelle di canterbury, ma in generale le musiche 'progressive', non devono per forza essere demonizzate o distrutte, come fin'ora e successo, per mano di presunti 'giornalisti' pronti ad attaccare qualsiasi forma di rock contenesse più di 3 accordi e parlasse di situazioni diverse dai vari 'barmario'. e purtroppo di 'giornalisti' così se ne sono visti moltissimi in italia, dal 1977 in poi. (anzi, penso ci fosse una specie di test d'ingresso all'interno delle redazioni, o si aveva una certa mentalità o non si lavorava.)

spero tanto quindi che il libro di coralli sia solo il primo di una lunga serie e che la mentalità di chi scrive di musica possa essere sempre più aperta, per dare spazio e dignità alle cose che meritano e lasciare le passioni per il rock stradaiolo e 'tralaviaemiliaeilwest' nel posto che merita...
(ok, sono stato cattivo pure io, però sono anni che mi incazzo leggendo certe riviste musicali italiane, concedetemelo.)

lunedì 30 luglio 2007